Il mandala secondo Carl G.Jung
Il primo a dare della forma del Mandala una lettura psicologica fu Carl Gustav Jung, dai suoi studi deriva l’intuizione di Alejandro Jodorowsky di sistemare le carte dei Tarocchi di Marsiglia in un grande Mandala.
Cos’è un Mandala?
Mandala in sanscrito significa cerchio, ogni figura quindi con una struttura concentrica potrebbe essere definita così. La storia antropologica dell’arte potrebbe mostrarci tantissimi esempi di questi disegni, le prime raffigurazioni di mandala risalgono al paleolitico.
Ma presso alcune culture e civiltà la forma del Mandala ha assunto fin da subito una sua specifica sacralità. Un esempio per tutti nel Buddhismo Tibetano o nello Yoga Tantrico il mandala sono rappresentazioni sacre del cosmo e delle potenze universali oggetto di visualizzazioni e meditazioni.
Ma possiamo trovare forme mandaliche anche a noi più vicine, nei rosoni delle chiese cristiane, per esempio, o spesso nella rappresentazione del Cristo al centro con i quattro evangelisti a marcare i punti cardinali.
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L’importanza psicologica della forma del Mandala per Jung
Il primo a dare della forma del Mandala una lettura psicologica fu Carl Gustav Jung, famoso psichiatra e psicanalista svizzero che diede inizio alla psicologia del profondo, e che insieme agli studi psicologici si interessò per tutta la vita di scoprire e investigare le tracce e i riflessi delle nostre dinamiche inconsce nelle culture e negli insegnamenti spirituali di tutto il mondo.
A Carl Gustav Jung inoltre dobbiamo anche le prime letture “psicologiche” in chiave archetipica degli Arcani Maggiori e Minori dei Tarocchi.
L’interesse di Jung per i Mandala nasce prestissimo, quando era ancora un giovane soldato al servizio militare.
Ogni mattina schizzavo in un taccuino un piccolo disegno circolare, un mandala, che sembrava corrispondere la mia condizione intima di quel periodo. Con l’aiuto di questi disegni potevo di giorno in giorno osservare le mie trasformazioni psichiche. Solo un po’ per volta scoprii che cos’è veramente il mandala: formazione, trasformazione della mente eterna, eterna ricreazione e questo è il Sé, la personalità nella sua interezza.
C.G.Jung
Quello che sembra essere subito chiaro a Jung è come il mandala fosse la forma ideale per rappresentare il proprio Sé nel cosmo, e che sia questo rappresentasse un essere divino o se stessi la disposizione degli elementi rappresentati all’interno dei cerchi potesse mostrare e dare forma al proprio spazio interiore.
“Il Sé Mi appariva come la monade che io sono e che è il mio mondo. il mandala rappresenta questa monade, e corrisponde alla natura microcosmica dell’anima.”
C.G.Jung
La peculiarità della forma Mandala per Jung
La peculiarità della forma Mandala per Jung è proprio quello di dare forma e rendere accessibile ai nostri sensi e al nostro intelletto uno spazio altrimenti astratto e vago pur mantenendo viva in noi la vibrazione originale di quella struttura.
Quando guardiamo un Mandala è come se riceviamo la sua energia. Il Mandala non è solo un disegno perché il nostro inconscio riceve la sua struttura concentrica non come un disegno ma come la rappresentazione archetipica delle energie in cui è immerso il suo Sé. La rappresentazione della sua Totalità.
Jung spiegò il mandala come simbolo della totalità umana o come auto rappresentazione di un processo psichico centripeto “individuazione”. Il simbolo mandalico quadripartito sorge spontaneamente in sogni e fantasie, perlopiù quale tentativo di autoguarigione in situazioni di disorientamento.
Esso rappresenta uno schema ordinatore che in una certa misura si sovrappone al caos psichico. L’insieme che si sta scomponendo viene così tenuto insieme per mezzo del cerchio che aiuta e protegge, ponendo contemporaneamente l’uomo in un contesto impersonale.
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Il potere del Mandala
Nell’inconscio il Mandala ha quindi il potere di riallineare e ridistribuire nella sua struttura ordinata e ripetitiva il caos della mente. Il centro è il punto da cui ogni cosa parte ma contemporaneamente è quello a cui tutto torna.
Non si può andare al di là del centro. Il centro è la meta e tutto si dirige verso il centro. Grazie a questo sogno capii che il Sé è il principio, è l’archetipo dell’orientamento e del significato, in ciò sta la sua funzione guaritrice.
C.G.Jung
Il mandala è quindi una mappa simbolica, non verbale, la cui struttura dialoga direttamente con il nostro inconscio, provate a pensare di avere delle strade nello spazio profondo della nostra psiche invece di svolazzare di qua e di là. Questo è un importante scoperta che ci consegna uno strumento di “orientamento psichico” molto potente.
Il Mandala dei Tarocchi
Il Mandala dei Tarocchi non è quindi semplicemente la disposizione delle carte dei Tarocchi in uno schema facilmente memorizzabile. Ma è, soprattutto, lo strumento che racchiude e irradia il suo insegnamento in una forma immediata, sintetica, non verbale.
Esso agisce direttamente sul nostro inconscio. Se sappiamo connetterci alle sue vibrazioni sistema il nostro caos interiore incanalando le nostre energie psichiche nella sua forma ordinata.
La composizione del mandala dei Tarocchi è infatti, non solo un ottimo modo per prendere dimestichezza con le figure e il significato delle carte, ma è soprattutto un atto meditativo che ci aiuta a ricevere il loro insegnamento.
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